Il 7 febbraio 1950 un giovane medico si trasferisce dalla provincia di Cremona all’Ospedale S. Maria di Treviglio con l’incarico di assistente. L’attivo e intraprendente tirocinante si chiama Carlo Pizzetti. Fatta propria l’intuizione di Formentano, egli aggrega con paziente entusiasmo il primo nucleo di donatori, che orbitano attorno all’ospedale cittadino.
La trasfusione del sangue, in quei primi anni, non era pratica frequente e i telefoni privati erano pochissimi. Quando era necessario convocare un donatore si ricorreva al portalettere cittadino che provvedeva ad avvisarlo personalmente.